L’inverno finì e Marco le scarpe non ripulì.
In un cassonetto le lasciò e Guran le recuperò.
A casa nei Balcani le mandò.
Il fratello Naron le calzò ma poi con altre le cambiò.
A Rozalia le regalò che al padre Pavel le inviò.
Giunte in Romania il padre non le usò erano piccole e le scambiò.
Un uomo le riaggiustò e al mercato un giovane le comprò.
Sulle montagne il giovane andò e le scarpe in dono portò.
Nicolae le gradì ma per l’Africa partì.
Quando arrivò le scarpe gettò perché il calore ai piedi non sopportò.
Daya le trovò e al figlio le regalò.
Fino all’estate le calzò poi vecchie e scassate le gettò.
Un uomo le recuperò e quello che era buono riutilizzò.
Con le tomaie un borsello creò e al mercato dell’artigianato lo portò.
Un turista lo comprò e alla madre di Marco in regalo lo donò.
Le scarpe viaggiatrici
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- Scritto da Vincenzo Di Giacomo
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