Nel suo negozio conservava un violino che non suonava.
Le corde le aveva ma Michele non capiva perché nessuna nota emetteva.
Decise di bruciarlo perché ingombrava e nessuno lo comprava.
Un suo amico cieco lo chiese in dono per suonarlo a chi ne sentiva il suono.
Michele non capì e il suo amico una dimostrazione gli fornì.
Alla scuola per i sordi andarono e lì in molti lo aspettavano.
L’uomo il violino incominciò a suonare e Michele i volti dei sordi vide cambiare.
Nessuna musica lui sentiva mentre il cieco con passione s’impegnava.
Appena l’uomo abbasso l’archetto uno scroscio di applausi premiò il suo concerto.
Michele restò sbalordito solo loro avevano sentito.
Il cieco gli spiegò che lo strumento era un suo esperimento.
L’aveva costruito quando la vista aveva ed era sparito quando la bottega chiudere doveva.
Ora che lo aveva ritrovato a suonare la musica avrebbe continuato.
I sordi sentivano la musica perché la cassa produceva toni che solo un sordo riceveva.
Michele non fece nessuna obiezione e il violino muto restituì al suo creatore.
I suoi concerti silenziosi divennero famosi i sordi finalmente poterono capire com’era bella la musica da sentire.
Il violino muto
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- Scritto da Vincenzo Di Giacomo
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