Nella vita avevo perso tante occasioni, perché al momento giusto mi mancava lo scatto necessario per volgere la situazione a mio vantaggio. La cosa più grave era che mi accorgevo quasi subito di aver perso l‘attimo, il “Carpe Diem”, come dicevano gli antichi, ed era inutile che tentassi di riparare; era sempre troppo tardi.
Mi succedeva anche con le donne, specialmente loro, che ritrovavo dopo alcune sere accompagnate a un amico, che mi aveva anche avvertito: se non ti butti tu, lo farò io.
E puntualmente, la prendeva l’altro.
Una sera che eravamo a cena a casa di amici, decisi che sarei stato più sveglio e attento, e appena Augusta mi venne a tiro, con la scusa di salutarla, le sfiorai le labbra; quasi a baciarla. Lei non si scompose, come se' se lo aspettasse, così tornai sulle sue labbra, e la baciai davvero. Lei rispose al bacio con molto trasporto, e io ne dedussi che è inutile provare se non c’è la giusta alchimia; le persone non s’incrociano con lo stesso desiderio.
Augusta era nuova nel gruppo e non ritenevo di essere stato il più fortunato, ma quello che sfacciatamente si era lanciato per primo nella concretizzazione del proposito. Mi piaceva Augusta, era alta e mora, con dei capelli ricci in cui ti ci potevi nascondere. Non sapevo se ci fosse la possibilità che diventasse una cosa seria, ma ero certo che avrebbe avuto consistenza e, anche una buona durata. Poi il tempo avrebbe fatto il resto.
Quando le chiesi se potevo accompagnarla a casa per fare due chiacchiere, lei mi guardò e sorridendomi rispose: Solo due chiacchiere? Se vuoi puoi stare con me stanotte. Mi sentii un leone e decisi che dovevo continuare a cogliere quell’attimo fuggente: Certo, non vedo l’ora. Risposi.
Lei si avvicinò di nuovo alla mia bocca, mi baciò delicatamente e sottovoce sussurrò: Tutta la notte sono trecento euro.
Carpe Diem...
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- Scritto da Vincenzo Di Giacomo
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